No place is like Rome!
Il nostro walking tour della capitale in famiglia

Uscire da questa stazione è sempre un tuffo al cuore: mi viene in mente quel video del canyon di Petra, in Giordania, dove ad un tratto si apre il Tesoro del faraone. Con il corridoio buio e affollato della metro B e l’esplosione del Colosseo mi sento felice. Mattia non l’ha mai visto ed è estasiato anche lui per cinque minuti buoni, poi chiede “Adesso torniamo a casa?”. Povero figlio, non sai che t’aspetta. Iniziamo a camminare in direzione Fori Imperiali, che ho scoperto sono diversi dal Foro Romano. I primi sono cinque piazze (fori) costruite da altrettanti imperatori: Cesare, Augusto, Traiano, Nerva e Vespasiano. In fondo sulla destra c’è la colonna di Traiano tutta decorata in altorilievo con le storie della conquista della Dacia, mentre sulla sinistra si vede l’Altare della Patria, o monumento del Vittoriano (dedicato a Vittorio Emanuele II).

Avevo sempre pensato che questo fosse un monumento di Mussolini, invece no, è di poco precedente. Il luogo è però simbolo del fascismo per la via che spacca a metà i fori, credo danneggiandone i resti, che fu voluta dal Duce per le sue parate. Uguale preciso spiccicato agli umili e discreti imperatori dell’antica Roma che non facevano altro che costruire cose per celebrarsi come piazze, archi trionfali e colonne… tutta gente modesta insomma.
Costeggiando il Vittoriano in direzione Colosseo, anzi quasi girandoci attorno, scopriamo di essere saliti sul colle Capitolino, o Campidoglio, dove troviamo subito la famosa Lupa che allatta Romolo e Remo. Sulla piazza bellissima e progettata da Bernini c’è il museo e il Comune di Roma, oltre che una grande fontana con la Dea Roma e ai suoi lati i fiumi Tevere e Nilo, estremità dell’Impero. Alle spalle del palazzo, seguiamo il navigatore che ci porta su un belvedere del Foro Romano, enorme e complicato da capire. Si tratta, come prima, di una grande piazza ma di epoca repubblicana, con templi, basiliche, palazzi, colonne e archi. Diciamo che l’abbiamo più o meno compreso.
Scendiamo la scalinata del Campidoglio e ci dirigiamo a sinistra: sulla strada vediamo il teatro Marcello, ma la nostra meta è il Ghetto Ebraico. Nessuno di noi c’è mai stato e decidiamo di fare un giro tra i vicoli prima del pranzo. Troviamo una piazza con delle tartarughe di bronzo, che già ho dimenticato perché sono importanti, fatto sta che spesso le hanno rubate, ma sempre ritrovate. Poi viriamo a sinistra per costeggiare via della Reginella e raggiungere la sinagoga. Una passeggiata interessante anche se c’è poco o nulla del ghetto pre-seconda guerra mondiale. Usciamo proprio di fronte all’isola Tiberina, di cui leggiamo brevemente la storia. Il povero Mattia è già distrutto e giura non farà un altro passo. Adriano non lo dice, ma chiaramente è d’accordo con lui. Quindi ci dirigiamo verso Campo de’ Fiori, che Isabela conosce un posto buono dove mangiare.
La piazza di Campo De’ Fiori di giorno è bellissima anche col Covid! C’è una fiera prevalentemente di cibo e gli ambulanti che vannìano e ti fanno assaggiare di tutto. Ci rilassiamo un po’ sotto la statua di Giordano Bruno di cui Irene ci racconta qualcosa mentre noi mangiamo chips di verdure. Queste ultime scalfiscono appena il nostro appetito e ci sediamo a pranzare con pietanze molto originali: carbonara, cacio pepe e amatriciana! Hosteria Grappolo d’Oro (circa 15€ a persona).

Continuiamo la nostra passeggiata perfetta nel pomeriggio: i bambini pensano già che stanno tornando a casa, ma noi sappiamo che la meta è ancora lontana, per fortuna! Siamo a due passi da Piazza Navona con le sue bellissime fontane, alle sue spalle dobbiamo assolutamente entrare a San Luigi dei Francesi dove Caravaggio ha lasciato ben tre dipinti del suo ciclo dedicato a San Matteo. Me li studio un po’ online e li racconto ai bambini, ma la più contenta sono io! In quattro passi siamo al Pantheon e in altri quattro passi, facciamo otto, raggiungiamo Fontana di Trevi. Prima però entriamo nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola con un soffitto incredibilmente barocco! A Fontana di Trevi c’è al solito tanta gente, ma comunque meno di tutte le altre volte che ci sono stata. Ne approfittiamo per fare qualche foto. È tutto molto bello.

Quasi casualmente ci ritroviamo al Quirinale mentre tramonta il sole. La casa del Presidente della Repubblica credo sia stato il posto più apprezzato dai bambini che hanno iniziato a contare tutte le finestre, e quindi le stanze della residenza. Anche io scopro così che è grande 20 volte la Casa Bianca ed è il secondo palazzo presidenziale più grande al mondo. Sempre per gente umile insomma.

Passando per le Quattro Fontane, che sarebbero i Quattro Canti di Roma, arriviamo infine alla chiesa di Santa Maria della Vittoria che sta quasi per chiudere, ma facciamo in tempo per vedere l’Estasi di Santa Teresa di Bernini. Poi filiamo dritti alla metro A Repubblica, a Termini si cambia con la B e poi dritti a Laurentina a prendere le macchine.
Non ricordo nulla del resto della giornata, né la cena, né la doccia. Niente. Sono troppo appagata dalla perfezione del nostro itinerario, pieno ma non eccessivamente stancante.